Università, accesso a Medicina, la Fnomceo scrive al Ministro Bernini: “Coinvolgere la professione medica”

Coinvolgere la professione medica nella riforma annunciata dell’accesso a Medicina. È questa l’istanza che il Presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli, affida a una lettera indirizzata al Ministro dell’Università e Ricerca, Anna Maria Bernini, dopo le dichiarazioni da lei rilasciate alla stampa e sui social.

Nel chiedere un incontro, Anelli ribadisce l’impegno della Fnomceo “riguardo alla necessità di procedere a una riforma complessiva del sistema di accesso alla Facoltà di Medicina che concorra a sostenere il Servizio Sanitario Nazionale attraverso una programmazione adeguata ed efficace dei fabbisogni”. Premette poi che “la FNOMCeO concorda sull’opportunità di una modifica dei test attuali di ingresso alla facoltà che garantisca meccanismi di accesso trasparenti e di un’azione riformatrice che valorizzi la preparazione degli studenti e l’orientamento alla formazione”.

“Condividiamo l’idea di modificare il meccanismo dei test di accesso – spiega ora Anelli, commentando la lettera – e quella di attingere le domande da una banca dati pubblica, in maniera che i candidati possano prepararsi. Anzi, ci rendiamo sin da ora disponibili, come Fnomceo, per collaborare alla stesura dei quesiti”.

“Siamo d’accordo anche – aggiunge – sull’importanza di un percorso di orientamento e formazione. Crediamo anzi che tale percorso non debba essere delegato solo all’Università, ma debba partire sin dalle scuole superiori. A questo proposito, siamo pronti a mettere a disposizione l’esperienza, portata avanti insieme al ministero dell’Istruzione, sin dal 2017, dei Licei con “Biologia a curvatura biomedica”, che potrebbe essere un valido modello per la riforma cui sta pensando il Ministro”.

Nei Licei biomedici, infatti, ci si avvicina al mondo della medicina, con lezioni frontali ed esperienze sul campo, già dagli ultimi tre anni delle superiori. Un percorso formativo, dunque, “che consente ai ragazzi di autovalutare, innanzitutto, le proprie motivazioni e inclinazioni ma anche di potenziare le proprie competenze per affrontare positivamente i test di accesso alla facoltà di medicina”.

In questo modo – continua a spiegare Anelligli studenti possono comprendere se fare il medico è veramente la loro strada. Il primo successo è, infatti, che uno studente su due abbandona il percorso perché capisce di non vedere il suo futuro in camice bianco, prima di perdere mesi o anni in un corso non adatto a lui.  Mentre i ragazzi veramente motivati, che completano l’iter, superano più facilmente il test di medicina: uno su due contro una media di uno su sette”.

Sulla proposta dell’abolizione del numero chiuso per la facoltà di medicina, si legge nella lettera, “la FNOMCeO ritiene che sia imprescindibile mettere in atto una corretta programmazione sui fabbisogni di specialisti e medici di medicina generale. Come Lei stessa ha fatto presente, attualmente non ci sono, inoltre, le strutture adeguate a sostenere il numero aperto”.

“Abbiamo sempre accolto – commenta in conclusione Anelli – l’idea del Ministro di un’apertura sostenibile; ma questa, per essere veramente tale, non può tradursi in un’abolizione del numero chiuso, prescindendo da una corretta programmazione dei fabbisogni di medici. Altrimenti si rischia di ricreare prima un imbuto formativo, con medici laureati che non riescono a specializzarsi, e poi una pletora di medici che non corrispondono alle reali necessità del Servizio sanitario nazionale. Anche su questo la Fnomceo, coinvolgendo ovviamente la Direzione generale delle professioni sanitarie del Ministero della Salute, è, come sempre, pronta a fare la propria parte”.

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