Prima ci fu la galenica degli speziali, poi la lunga epoca della dispensazione. Oggi (da qualche anno in realtà) la farmacia è sostanzialmente pronta per compiere la sua terza rivoluzione assumendo su di se un ruolo di riferimento, per i cittadini, nell’ambito delle cure e dell’assistenza di prossimità. Semplicistico, chiarisce Roberto Tobia, Segretario nazionale di Federfarma, chiamarle semplicemente Farmacie dei Servizi. Piuttosto dei veri e propri Hub del Servizio sanitario nazionale in grado, come dimostrato in pandemia, di somministrare vaccini, fare counseling al cittadini, erogare servizi di analisi. Senza ovviamente abbandonare né le preparazioni galeniche né tanto meno la dispensazione.
Un ruolo dunque prezioso e capillare sul territorio. Terminali importanti di quella Sanità di prossimità così ben traguardata anche nel PNRR che per compiere il decisivo salto di qualità necessitano, però, che l’intero sistema si attrezzi in maniera assai più efficace, per esempio, in termini di reti digitali. Una rivoluzione che vedrà le farmacie (tutte, possibilmente, non solo quelle più grandi) protagoniste anche nella prevenzione (con gli screening), nella telemedicina (su cui innumerevoli sono già le evidenze) e nell’aderenza alle terapie quando finalmente saranno a regime Fascicolo sanitario elettronico e Dossier Farmaceutico.