Le dipendenze, siano esse da alcool, sostanze, gioco non sono un vizio ma vere e proprie patologie che devono essere “aggredita” con metodo e organizzazione. Un’azione costante che deve interessare tanto chi ne è affetto quanto la sua famiglia. Un’azione che rende ormai anacronistica (ed inefficace) agire all’interno dei Dipartimenti di salute mentale. Ne è convinto Gianni Testino, Presidente della Società Italiana di Alcologia, dati alla mano. “Oggi una quota compresa tra il 60 e l’80% delle persone che soffrono di dipendenza” sottolinea nel suo lungo intervento (quasi una lectio magistralis,) “e viene preso in carica nei servizi pubblici fallisce dopo un anno di terapie. Se stessimo parlando di un reparto o di una struttura sanitaria qualsiasi un servizio con tali tassi di successo verrebbe chiuso immediatamente. Per rivolare completamente i tassi di successo è quindi fondamentale slegare queste attività dai DSM, realizzare un vero e proprio Dipartimento per le dipendenze e cambiare i paradigmi di competenze e rapporti professionali al suo interno, traguardando l’intera attività attraverso la collaborazione con la specialistica clinica e l’intero mondo dell’internistica in generale”.
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