L’insediamento, presso il Ministero della Salute, del Tavolo tecnico per lo studio delle criticità emergenti dall’attuazione del Regolamento dell’assistenza ospedaliera (DM70) e dall’attuazione del Regolamento dell’assistenza territoriale (DM77) «è un passaggio importante – commenta Guido Quici, Presidente del sindacato dei medici CIMO, che siede al Tavolo – poiché, come abbiamo sempre sostenuto, evidenzia la necessità di affrontare congiuntamente le criticità della sanità ospedaliera e di quella territoriale, creando una vera filiera della salute che ponga al centro i bisogni del paziente».
I partecipanti sono stati suddivisi in sottogruppi di lavoro, e tutti i principali sindacati dei medici, tra cui la CIMO, si occuperanno delle criticità contrattuali dei medici di famiglia e degli ospedalieri: «La riorganizzazione dell’assistenza – aggiunge Quici – passa necessariamente da una riorganizzazione del lavoro e, quindi, da un intervento anche sulla rappresentatività dei lavoratori. Far lavorare insieme, in un unico gruppo, medici di famiglia e ospedalieri potrebbe essere un’ottima opportunità per discutere della storica proposta CIMO di avvicinare contrattualmente MMG e dirigenti, mantenendo tuttavia il regime della convenzione per i primi e la dipendenza per i secondi».
«Da anni – spiega Quici – sosteniamo l’incoerenza di far rientrare i dirigenti medici tra i dirigenti della pubblica amministrazione. Per questo riteniamo utile uscire dalla Funzione Pubblica per discutere e firmare il nostro contratto di lavoro con il Ministero della Salute e le Regioni. Crediamo che due contratti paralleli per i medici convenzionati e per i dipendenti, che regolino in modo condiviso alcuni aspetti organizzativi e professionali pur mantenendo delle doverose peculiarità, possano aiutare i camici bianchi a dialogare meglio tra loro».
«Ringraziamo il Ministro della Salute Orazio Schillaci per aver istituito il Tavolo e per il metodo di lavoro scelto. Sono certo – conclude Quici – che i gruppi di lavoro offriranno un contributo utile per risolvere le tante criticità che attanagliano il nostro Servizio sanitario nazionale».