Sicurezza delle cure e responsabilità professionale, Fiaso e ASL Roma 1 insieme per discutere della Legge Gelli-Bianco a cinque anni dall’approvazione

Si è discusso di gestione del rischio e di sicurezza dei luoghi di cura, nel corso del convegno Sicurezza delle cure e responsabilità professionale. La legge n. 24/2017 a cinque anni dall’entrata in vigore, che si è tenuto nella Sala del Commendatore della Asl Roma 1. Durante l’evento – organizzato da Fiaso e dalla ASL Roma 1 – manager, giuristi e rappresentanti del mondo accademico hanno condotto un’analisi dello stato dell’arte della gestione del rischio da parte delle Aziende sanitarie e ospedaliere, aprendo una riflessione sugli effetti e sull’efficacia delle misure introdotte dalla Legge sulla sicurezza dei processi assistenziali e la responsabilità professionale (Legge Gelli-Bianco) a cinque anni dall’approvazione e alla luce del Decreto ministeriale attuativo che definirà i confini degli obblighi imposti dalla norma. La legge Gelli-Bianco ha introdotto importanti innovazioni inerenti all’organizzazione dei servizi sanitari, con ricadute sulla professionalità degli operatori, la qualità delle cure, la relazione di fiducia con i cittadini e la sostenibilità complessiva del sistema.

Ad aprire il convegno è stato Angelo Tanese, Direttore Generale della ASL Roma 1 e Vicepresidente di Fiaso: “Siamo lieti oggi di ospitare questa iniziativa, attraverso la quale rispondiamo alla necessità dei professionisti di approfondire il tema della sicurezza delle cure e della responsabilità professionale, aprendo alla possibilità di confrontarsi con autorevoli esperti del tema. Con la giornata di oggi vogliamo riflettere su una legge che ha dato una spinta propulsiva alle questioni inerenti alla prevenzione e alla cultura del rischio clinico, ridisegnando modelli organizzativi nuovi: l’obiettivo è portare avanti una comprensione e una condivisione degli aspetti interpretativi e applicativi maggiormente rilevanti, sia per i manager, sia per i professionisti”.

Antonio D’Urso, Direttore generale della Asl Toscana Sud-est e Vicepresidente della Federazione, ha poi sottolineato “il forte impegno di Fiaso sul tema, a partire dal contributo fornito con la stesura di alcuni degli articoli della Legge Gelli-Bianco. Siamo convinti che il capitolo della sicurezza delle cure e responsabilità professionale sia nodale per il sistema sanitario e auspichiamo che diventi ancor di più oggetto di approfondimento pubblico, soprattutto alla luce di due avvenimenti storici importanti che stiamo attraversando: la pandemia e il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Riteniamo inoltre prioritario che si sviluppi un dibattito pubblico anche sul tema della responsabilità dei direttori d’Azienda, anche in considerazione del Pnrr e della sua tempistica”.

“Con la redazione della legge abbiamo svolto un grande lavoro, innanzitutto culturale, che ha trovato terreno fertile nonostante i problemi e la presenza di elementi ancora migliorabili – ha proseguito Federico Gelli, Direttore Sanità, Welfare e coesione sociale della Regione Toscana -. Durante la scrittura della legge, pensammo di istituire il Sistema nazionale linee guida presso l’Istituto superiore di sanità: il compito di elaborare le linee guida fu affidato alle società scientifiche e alle associazioni tecnico-professionali accreditate e successivamente, attraverso un decreto, fu previsto un vero e proprio manuale di procedure per l’inserimento delle linee guida nel sistema nazionale. Dal punto di vista culturale, è stata rilevante l’istituzione della Giornata nazionale della sicurezza delle cure, che si celebra il 17 settembre di oggi anno: un modo per ricordare la presenza di una legge, di un percorso, degli impegni assunti a livello nazionale, regionale e locale, orientati a porre al centro del dibattito pubblico il tema della sicurezza nei luoghi di cura, nel rispetto dell’articolo 32 della Costituzione”.

Andrea Minarini, Presidente Sigeris ed esperto Fiaso ha continuato sottolineando come “la sicurezza delle cure e la gestione del rischio rappresentano, per le Aziende sanitarie, un elemento valoriale ormai centrale e indispensabile per costruire sistemi sanitari più sicuri, per i cittadini e per gli operatori. Con la pandemia il risk management è cambiato, si è rafforzato: il Covid ci ha insegnato a ragionare su sistemi molto più trasversali e allargati, e la gestione del rischio è divenuta dinamica e capace di gestire eventi caratterizzati da una diffusione importante, a partire, ad esempio, dalle infezioni correlate all’assistenza”.

“Nel corso della pandemia da Covid-19, la gestione della crisi da parte dei manager ha richiesto rapidità e tempestività delle decisioni, in un contesto di estrema incertezza – ha concluso Giovanni Migliore, Presidente di Fiaso -. Le Aziende sanitarie sono state in grado di affrontare le criticità derivanti dall’imprevedibilità del quadro epidemiologico in tempi brevi, adattando il proprio sistema di cura e assistenza al nuovo contesto: si pensi ad esempio ai percorsi differenziati di accesso al pronto soccorso, all’apertura e alla chiusura di reparti Covid, all’integrazione dei servizi e dell’offerta, e ancora all’assunzione di personale e alla mobilità. Nonostante lo stress cui è stato sottoposto il nostro Sistema sanitario, le Aziende sono state capaci di affrontare le difficoltà con grande capacità organizzativa e di innovazione, acquisendo un bagaglio di esperienze e di competenze grazie alle quali saranno in grado di rispondere adeguatamente agli attuali e ai futuri bisogni di salute della popolazione”.

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