Sanità allarme rosso! Dieci anni di tagli in sanità

“I posti letto non sono abbastanza, la carenza di personale sanitario è sotto gli occhi di tutti, le liste d’attesa sono infinite, le strutture sono spesso fatiscenti. Nel nostro Servizio sanitario nazionale ci sono certamente notevoli elementi di eccellenza e numerosi aspetti invidiati da buona parte del mondo, a iniziare dal suo essere pubblico ed universale, ma fino a quando riuscirà ad essere sostenibile? Come siamo arrivati a questa crisi che imperversa in ogni ospedale della Penisola? E, soprattutto, il taglio dei servizi quali conseguenze ha sulla salute della popolazione?”

Sono queste le domande alle quali la Federazione CIMO-FESMED (aderente a CIDA e che riunisce ANPOASCOTI, CIMO, CIMOP e FESMED) intende trovare risposta in questa analisi, basata sui conti economici della Ragioneria dello Stato, sul conto annuale del Ministero dell’Economia e Finanza, sui rapporti e gli annuari del Ministero della Salute e sugli studi dell’Istat e dei principali think tank del settore.

Secondo lo studio tra il 2010 ed il 2020, in Italia hanno chiuso i battenti 11 aziende ospedaliere, 100 ospedali a gestione diretta, 113 pronto soccorso (di cui 10 pediatrici) e sono state disattivate 85 unità mobili di rianimazione. Chiusure che hanno implicato la perdita di quasi 37mila posti letto, 28mila dei quali ordinari e quasi 10mila di day hospital: ma se i posti letto nelle strutture pubbliche sono stati drasticamente tagliati (-38.684), quelli nelle strutture private sono aumentati (+1.747).

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