Report Gimbe sul Regionalismo differenziato in Sanità: “Escludere la Sanità dalla maggiore autonomia”

“In uno scenario di maggiori autonomie regionali, la sanità rappresenta indubbiamente la cartina al tornasole, perché nonostante la definizione dei LEA nel 2001, il loro monitoraggio annuale tramite la “Griglia LEA” e l’utilizzo di strumenti da parte dello Stato (Piani di rientro e commissariamenti) per migliorarne l’erogazione e riequilibrare i bilanci in alcune Regioni, i dati documentano la persistenza di inaccettabili diseguaglianze tra i 21 sistemi sanitari regionali, sia nell’offerta di servizi e prestazioni sanitarie sia negli esiti di salute. In altre parole, la sanità rappresenta da oltre 20 anni un “ecosistema” dove il processo di definizione di standard nazionali (LEA), il loro monitoraggio e le azioni intraprese dallo Stato non hanno affatto ridotto le diseguaglianze regionali, e in particolare il gap strutturale Nord-Sud, che su vari indicatori è addirittura peggiorato, come documentano anche i dati sulla mobilità sanitaria”.

Lo scrive la Fondazione GIMBE nel suo Report sul Regionalismo Differenziato in Sanità in cui invita il Governo “a mettere da parte posizioni sbrigative e, soprattutto, a non utilizzare il regionalismo differenziato come “merce di scambio” per conciliare gli obiettivi di un partito fortemente nazionalista con quelli di una forza politica che da tempo spinge sulle autonomie regionali e sul federalismo fiscale”.

Secondo GIMBE l’attuazione delle maggiori autonomie richieste dalle Regioni con le migliori performance sanitarie “è inevitabilmente destinata ad amplificare le diseguaglianze di un SSN, oggi universalistico ed equo solo sulla carta. I princìpi fondanti del SSN si sono già dissolti senza alcun ricorso all’autonomia differenziata, ma solo in ragione della competenza regionale concorrente in tema di tutela della salute. Il regionalismo differenziato finirà dunque per legittimare normativamente e in maniera irreversibile il divario tra Nord e Sud, violando il principio costituzionale di uguaglianza dei cittadini nel diritto alla tutela della salute. E questo proprio nel momento in cui il nostro Paese ha sottoscritto con l’Europa il PNRR, che ha l’obiettivo trasversale di ridurre le diseguaglianze regionali e territoriali”.

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