Pronto Soccorso: Anaao boccia il Decreto Bollette

“Il Pronto Soccorso esce malconcio dal decreto “Bollette”, ora legge dello Stato. Dibattuto e modificato più volte, non contiene alcuna norma che possa risollevare le sorti di un luogo di cura in grande crisi. Anzi siamo costretti a denunciare che la toppa risulta peggio del buco”. Questa la solenne bocciatura della legge 56/2023 da parte della Commissione Emergenza-Urgenza Anaao Assomed.

“Il colpo di mannaia inferto al Pronto Soccorso è rappresentato dalla “sanatoria” sulla partecipazione ai concorsi pubblici per l’Emergenza-Urgenza di medici privi di alcuna specializzazione, che ci appare paradossale e illegittima, in quanto viola chiaramente principi fondamentali di accesso ai ruoli del SSN fissati nel dgls. 502/92 e ribaditi dall’ultima sentenza della Corte Costituzionale 112/2023, riducendo le garanzie sulla sicurezza delle cure. Il tutto senza neppure prevedere percorsi formativi vincolati a occupare almeno i numerosi posti vacanti nelle scuole di specializzazione. Poter entrare stabilmente nella dirigenza senza specializzazione è ben diverso dal lavorarvi occasionalmente. L’obbligo di formazione, soprattutto in Emergenza, in grado di garantire omogeneità, efficienza e competenza, viene derubricato. È la delegittimazione della professione”.

“Per quanto previsto dalla nuova legge – prosegue la Commissione nella sua denuncia – è difficile comprendere perché emanare norme sul pensionamento anticipato per chi lavora nell’Emergenza-Urgenza, ma limitatamente ai prossimi anni, come se i disagi di questa professione fossero solo transitori. E d’altro canto si continua a tacere sul “riposo biologico” per alcuni giorni all’anno, o sull’“indennità di rischio biologico” dopo ben tre anni di pandemia.

Infine nelle lunghe e farraginose discussioni sull’utilizzo dei fondi del PNNR in sanità, non ci risulta emerga la necessità di implementare spazi architettonici negli ospedali e nei Pronto Soccorso.

Come se il problema infrastrutturale non riguardasse gli ospedali”.

“Resta poi un mistero il motivo per il quale neppure questo Governo, come i precedenti, ritenga fondamentale introdurre misure legislative per risolvere e contenere il boarding (la drammatica e pericolosa attesa nei Pronto Soccorso per giorni o settimane di un posto letto in reparto): nessun incremento dei letti almeno in reparti specifici, nessuna metodologia di assegnazione dei ricoveri come già attuato in alcune regioni o di pianificazione delle dimissioni”.

“Inoltre, la beffa dell’indennità di Pronto Soccorso a fronte di un parallelo drastico calo delle risorse per le certificazioni INAIL che il Pronto Soccorso deve emettere per legge. Di fatto, la nuova indennità, da estendersi obbligatoriamente al 118, non è nemmeno in grado di compensare quanto perso sui pagamenti delle certificazioni INAIL dopo le modificazioni con la legge di bilancio 2019. Pertanto, i medici non percepiranno alcuna reale maggiorazione economica per i disagi lavorativi, anzi. Le risorse per le certificazioni INAIL devono essere incrementate”.

“L’ulteriore norma ‘anticooperative’, nel tentativo di limitarne l’utilizzo nel sistema, (in effetti il decreto rende illegale l’utilizzo dopo 12 mesi), di fatto allarga in altre strutture oltre il Pronto Soccorso l’utilizzo delle stesse per un anno, legittimando, involontariamente per la prima volta, l’attività nel SSN, in barba a note sentenze della Cassazione, del Consiglio di Stato e delle Corti dei Conti, inclusi i recenti avvertimenti di alcune di queste, come in Piemonte e Lazio. Come Commissione ribadiamo la necessità dell’obbligatorietà di un rapporto di lavoro individuale e non mediato da terzi nel SSN”.

Il percorso per il miglioramento del lavoro in Emergenza-Urgenza, garanzia di cura per i cittadini, è ancora un sogno fra ostacoli e trabocchetti. A quando un tavolo di lavoro nazionale e regionale sull’Emergenza Urgenza che si confronti con i principali attori e non con gli spettatori a distanza? Per anni sono stati emanati provvedimenti legislativi claudicanti invece di valutarli con conoscenza e coi referenti che operano nel SSN.

“Riteniamo – conclude la Commissione – che senza una riorganizzazione ordinata del sistema emergenza urgenza, che non preveda interventi spot, ma che prenda in considerazione il concetto di presa in carico del paziente e della reale definizione e distinzione tra il termine di emergenza e urgenza con relativa integrazione ospedaliera territoriale delle cure, difficilmente potremo continuare ad assicurare ai cittadini cure di qualità e complete.

La domanda è semplice ma al contempo complessa, che tipo di sanità vogliamo erogare oggi, e che tipo di sanità vorremo erogare domani?”.

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