Privacy in Sanità. Dalle società scientifiche il decalogo per ridefinire la normativa

La digitalizzazione dei sistemi sanitari ha cambiato radicalmente il modo di trattare i dati. Ma l’Italia deve superate ancora numerose barriere per realizzare la Mission 6 del PNRR, che potenzia le reti di assistenza di prossimità e il Dm 77/2022, che ne deve disciplinare l’attuazione.

Questo, in buona sostanza, l’appello della Sanità al Ministro della Salute e al Garante della Privacy scritto, nero su bianco, in un DOCUMENTO CONGIUNTO, un vero e proprio decalogo, su cui la SIMM, Società Italiana di Leadership e Management in Medicina ha raccolto la convergenza di numerose altre organizzazioni e società scientifiche.

Per rivedere, in chiave di accountability, la normativa che regola il consenso del cittadino/paziente indispensabile per il trattamento e condivisione dei dati e la collaborazione tra i ricercatori, in linea con i principi ispiratori del Gdpr e del Dga (Data Governance Act) la Simm, insieme ad Aiom, Anmdo, Cipomo, Cittadinanzattiva, Fiaso, Fondazione Periplo, Associazione Periplo, Fondazione Res , Siiam, Sibioc e Sin, ha presentato il documento, supervisionato dall’Istituto Italiano per la privacy e la valorizzazione dei dati, presentato a Roma nel corso del dibattito “Open privacy: Il ruolo delle società scientifiche nella ridefinizione della normativa privacy in sanità. Il documento nazionale”

“Non possiamo parlare di attuazione del Dm77 – sottolinea Mattia Altini, Direttore Assistenza Ospedaliera Regione Emilia-Romagna e Presidente della Simm – se non abbattiamo i silos che contraddistinguono i comparti della sanità italiana, entità non comunicanti la cui struttura ermetica blocca l’ammodernamento del Ssn, la territorializzazione e l’introduzione della tanto auspicata innovazione tecnologica. Lo scambio di dati sanitari è il vero elemento connettivo che può garantire al paziente un’aspettativa di cura elevata, la riduzione di costi dovuti alla duplicazione dei dati stessi e l’avvio di progetti di ricerca finalmente liberi dai lacci e lacciuoli che pongono l’Italia in controtendenza rispetto alla direzione UE”.

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