I problemi di coordinamento tra Stato e regioni, emersi durante la gestione della pandemia, «non sono tanto da attribuire al decentramento», quanto ad alcune «indecisioni del governo». È questo uno dei principali messaggi emersi dal numero 2/2021 di Osservatorio Monetario, la pubblicazione quadrimestrale curata dal Laboratorio di analisi monetaria dell’Università Cattolica e diretta da Angelo Baglioni, docente di Economia monetaria nello stesso Ateneo.
“L’emergenza sanitaria, creata dallo scoppio della pandemia Covid-19, ha messo a dura prova le strutture sanitarie del nostro paese, così come nel resto del mondo. In Italia, la tutela della salute rientra tra le funzioni concorrenti tra Stato e regioni. A livello europeo, la Commissione UE ha giocato un ruolo centrale nell’approvvigionamento dei vaccini e nel coordinamento delle politiche messe in atto dagli Stati membri. Ad entrambi i livelli, nazionale ed europeo, sono emerse criticità: ritardi, difficoltà di coordinamento, confusione sull’attribuzione delle responsabilità. Ciò ha riaperto il dibattito su di un tema già oggetto di discussione negli anni scorsi: il federalismo.
Il rapporto tra Stato e regioni e quello tra Europa e singoli paesi dell’Unione dev’essere riesaminato alla luce di quanto è successo nell’ultimo anno e mezzo: la gestione della crisi sanitaria è una formidabile cartina di tornasole per fare emergere eventuali problemi da risolvere. L’ultimo numero di Osservatorio Monetario si propone di dare un contributo di analisi in questa direzione. In estrema sintesi, i messaggi che emergono sono due.
Primo: il decentramento, tipico dei sistemi federali, non è il principale responsabile dei problemi osservati durante la crisi sanitaria, posto che gli strumenti per accentrare il potere di gestire un’emergenza esistono.
Secondo: la risposta europea alla crisi Covid-19 c’è stata, ma in prospettiva occorre rafforzare i poteri e le risorse a disposizione della UE per prevenire e rispondere alle crisi sanitarie”. (Dall’introduzione di Angelo Baglioni)