Centralità delle risorse umane e della leadership professionale nel gestire l’alta complessità ospedaliera e individuazione di criteri e standard minimi di riferimento per le dotazioni di personale. Una robusta azione comunicativa multicanale finalizzata ad informare e coinvolgere tutti i soggetti interessati ed a favorire i processi di cambiamento, innovazione e miglioramento nella capacità di tutela della salute del cittadino prospettati. Assicurare una visione integrata e unitaria tra Ospedale e Distretto, da sostenere anche mediante l’allineamento di tempi e modi di emanazione. Un efficace e accessibile sistema di monitoraggio e verifica sulle aree di miglioramento correlate all’implementazione degli “standard” per i servizi ospedalieri con coinvolgimento delle società scientifiche.
Queste alcune delle considerazioni più importanti messe sul tavolo dalla Società Italiana d’Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI) nell’ambito della Consultazione al ministero della salute sul Dm 70 in corso di revisione. Un lavoro congiunto con CARD (Confederazione Associazioni Regionali di Distretto) e ANMDO (Associazione Nazionale dei Medici delle Direzioni Ospedaliere).
Le considerazioni hanno riguardato alcuni ambiti del DM70, ritenuti prioritari e strategici per ottimizzare l’efficacia, l’efficienza e l’equità dell’Assistenza Ospedaliera e creare valore per il Sistema Sanitario in una prospettiva di Sanità Pubblica. Tenendo conto delle lezioni apprese durante la pandemia da Covid 19, nonché dell’analisi degli scenari della Sanità attuale e futura, sono stati toccati diversi temi. Dai posti letto agli standard per le strutture ospedaliere, dall’integrazione Ospedale-Territorio ai punti nascita, passando per l’importanza di un’azione comunicativa multicanale per un miglioramento nella capacità di tutela della salute del cittadino.
“L’incontro – dichiara Antonio Ferro, Presidente della Società Italiana d’Igiene – è stato un’importante occasione per dare un contributo nel migliorare l’assetto complessivo organizzativo ‘Ospedale-Territorio’, ponendo le basi per un rafforzamento del Servizio Sanitario Nazionale. Riteniamo inoltre opportuno che una versione aggiornata del DM70 debba favorire una sistematica e reale continuità tra i setting di assistenza ospedaliera e distrettuale ed evidenziare elementi di sinergia e coerenza con altre politiche in settori diversi dalla Sanità, come ad esempio il welfare, lo sviluppo e coesione territoriale, infrastrutture ed università. Ciò anche al fine di passare da una Sanità ‘centralistica’ ad una ‘di prossimità’, che possa anche impiegare al meglio le nuove tecnologie al servizio di una medicina territoriale che deve essere sempre più integrata con il Sistema Sanitario.
Oltre ai principali punti evidenziati per l’aggiornamento del DM70 come elementi trasversali di contesto e impostazione generale, tra i temi specifici oggetto di possibile aggiornamento, di particolare rilevanza sono stati evidenziati: l’intensità di cura, la flessibilità di attivazione e conversione dei posti letto, l’adeguato sviluppo della rete riabilitativa e l’effettiva disponibilità di strumenti di gestione della conoscenza.
Specifiche proposte hanno riguardato:
l’attivazione di dipartimenti con competenza clinico-professionale estesa a tutto il sistema ospedaliero e al territorio;
la necessità di modello e criteri per favorire la mobilità di equipe e professionisti in rotazione dai centri Hub/Spoke su tutti i presidi ospedalieri;
la pianificazione di attività di teleconsulenza fornite presso i presidi ospedalieri di base dalle altre strutture ospedaliere;
l’incremento della soglia minima di posti letto attualmente dedicati alle cure intensive e semi-intensive negli ospedali di primo e secondo livello;
una revisione con incremento dei posti letto per le attività diurne (day hospital e day surgery);
l’individuazione di una funzione di telemedicina e la specificazione dei servizi da attivare all’interno di ciascuna struttura ospedaliera.
Le tre Società Scientifiche – SItI, Card e Anmdo – ritengono strategico il tema dell’integrazione fra ospedale e territorio, supportato mediante l’individuazione di: unità operative multizonali, dipartimenti transmurali ospedalieri-territoriali (es. per geriatria e longevità, salute della donna, del bambino e della famiglia, riabilitazione, salute mentale) e l’attivazione di team di assistenza integrati; modelli organizzativi strutturati in cui le reti professionali territoriali si coordinano con le reti ospedaliere.
Sul tema “percorso nascita” si propone di prevedere l’attivazione di servizi distrettuali ispirati ai modelli di “midwifery care” a garanzia dell’effettiva presa in carico della donna, del neonato e della puerpera. Andrebbero poi allestiti servizi di ospitalità atti a facilitare gli spostamenti di gestante/famiglia – residente in territori disagiati – durante il periodo del parto, compresa l’eventuale possibilità di trasferimento della gestante in alloggi in prossimità del punto ospedaliero in previsione del parto.
È stata poi sottolineata l’importanza di un piano organico di sviluppo delle reti in relazione ai dipartimenti ed ai modelli di integrazione ospedale-territorio e dell’individuazione standard per l’attività specialistica ambulatoriale. Tra gli standard ospedalieri “qualitativi” generali è stata evidenziata la rilevanza di: prevenzione e controllo delle infezioni correlate all’assistenza e il contrasto della resistenza agli antimicrobici, la sistematica formazione e addestramento sulla gestione delle emergenze cliniche e di sanità pubblica (infettive, ambientali, climatiche, umanitarie, belliche…), le tecnologie sanitarie e il sistema informativo, nonché infrastrutture e modelli innovativi per strutture mobili ospedaliere e il possibile utilizzo di droni per il trasporto sanitario.