Dalla Conferenza delle Regioni il Documento programmatico sul fabbisogno del personale sanitario

L’emergenza sanitaria ha ulteriormente evidenziato l’importante carenza di personale sanitario. Le strutture sanitarie registrano sempre maggiori difficoltà di reperire sul mercato del lavoro personale dirigente medico, con particolare riferimento alle specialità di anestesia e rianimazione, medicina d’urgenza, malattie infettive, pneumologia, ostetricia e ginecologia, pediatria, radiodiagnostica, ma la criticità investe trasversalmente tutta la professione medica.

Lo sottolinea il Documento programmatico sul fabbisogno del personale sanitario elaborato dalla Commissione salute della Conferenza delle Regioni e province autonome. Anche per il personale del comparto si rileva un’offerta di operatori significativamente insufficiente rispetto ai nuovi fabbisogni, con particolare riferimento agli infermieri, tecnici sanitari di radiologia medica, tecnici di laboratorio biomedico, assistenti sanitari e operatori socio-sanitari. Le difficoltà di reclutamento non sono dovute solo alla carenza di professionisti, che comunque sconta una programmazione che si è dimostrata non adeguata, ma anche sempre minore attrattività del SSN. I professionisti, optano sempre più spesso per forme contrattuali diverse dalla dipendenza che, nei fatti, oltre a dimostrarsi economicamente e fiscalmente convenienti, consentono al professionista di governare al meglio il proprio percorso professionale orientandolo su attività ritenute più qualificanti e in grado di garantire una migliore conciliazione tra lavoro ed esigenze personali/familiari.

Tale fenomeno si manifesta in una scarsa adesione alle procedure di reclutamento tradizionali che porterebbero ad assunzioni con rapporto di lavoro dipendente regolato dai contratti collettivi nazionali e integrativi aziendali, mentre i professionisti prediligono sempre più forme di collaborazione con contratti di lavoro autonomo altri rapporti di lavoro di natura privatistica. Con l’obiettivo di rendere più attrattivo il SSN per i giovani specialisti e al fine di favorire la migliore distribuzione del lavoro medico nonché il potenziamento della rete assistenziale a partire dall’assistenza primaria, anche nell’ambito di nuovi modelli organizzativi che garantiscano l’accesso ai livelli essenziali, si ritiene necessario prevedere la possibilità per i dirigenti sanitari del SSN di accedere al rapporto di lavoro convenzionale, al di fuori dell’orario di lavoro con la medesima disciplina prevista dagli ACN. A fronte di queste problematiche – in attesa che possano dispiegarsi gli effetti positivi delle misure di potenziamento dell’offerta formativa delle Università che deve essere migliorata e rafforzata, con riferimento sia alle professioni sanitarie del comparto che alle scuole di specializzazione, in un processo di costante e stretto confronto con le regioni cui compete la programmazione dei fabbisogni di personale sul medio lungo periodo – si ritiene indispensabile prevedere una proroga temporanea, anche oltre lo stato di emergenza, degli strumenti di reclutamento straordinari introdotti per supportare le aziende durante la fase pandemica.

Vanno al tempo stesso rafforzare le misure finalizzate a favorire l’inserimento degli specializzandi nello svolgimento delle attività assistenziali coinvolgendo maggiormente anche le aziende territoriali. Ciò sia attraverso la proroga della disposizione che consente l’assunzione con contratto a tempo determinato, con impegno orario ridotto, degli specializzandi a partire dal terzo anno di iscrizione (legge 145/2018, art. 1 comma 548), sia prevedendo specifiche forme di inserimento lavorativo dei medici in formazione specialistica in determinati ambiti organizzativi, con forme di riconoscimento dell’attività svolta anche ai fini formativi. In questo contesto assume particolare rilevanza la proposta di prevedere, in via straordinaria, fino al 2023, la possibilità di conferire incarichi di lavoro autonomo, anche di collaborazione coordinata e continuativa, ai medici in formazione specialistica iscritti al primo e al secondo anno, secondo condizioni e limiti tali da non pregiudicare lo svolgimento delle attività formative.

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