AGENAS, in collaborazione con il Ministero della Salute e le Regioni e Province Autonome di Trento e Bolzano, ha presentato le attività e i risultati del “Relazione sullo stato di attuazione delle modalità organizzative dell’attività intramuraria” e del “Report dei monitoraggi ex ante dei tempi di attesa per l’attività libero professionale intramuraria ALPI”.
I dati presentati sono il risultato dei monitoraggi e degli studi promossi dall’“Osservatorio nazionale sullo stato di attuazione dei programmi di adeguamento degli ospedali e sul funzionamento dei meccanismi di controllo a livello regionale e aziendale” – composto da rappresentanti del Ministero della Salute, delle Regioni, del Ministero dell’Economia e delle Finanze e dell’AGENAS – che confluiscono nella Relazione al Parlamento.
La Relazione rappresenta una lente attraverso cui osservare e analizzare le diverse espressioni di un fenomeno ampio e composito e a favorire il corretto e pieno esercizio dell’attività libero professionale intramuraria. “Sono particolarmente soddisfatto – dichiara il Presidente dell’Agenzia Enrico Coscioni – del confronto organizzato dall’AGENAS perché getta le basi per un efficace miglioramento del nostro Sistema Sanitario Nazionale (SSN). In proposito – sottolinea il Presidente – tra i ruoli a noi assegnati vi è quello di dare supporto agli enti del SSN per rendere le strutture maggiormente consapevoli delle dinamiche in atto ed erogare servizi sempre più aderenti ai bisogni dei cittadini/pazienti oltre che garantire equità di accesso alle cure; l’evento di oggi è andato in questa direzione”. “Le attività e i risultati presentati – riporta il Direttore Generale di AGENAS Domenico Mantoan – sono il frutto di una disciplina che si è radicata nell’ordinamento nazionale attraverso un percorso normativo articolato, contraddistinto da ripetuti interventi del legislatore orientati alla maggior efficienza, liceità e trasparenza del sistema. Ora, grazie anche alle capacità di analisi sempre più dettagliate ed accurate, abbiamo la possibilità di individuare buone pratiche da implementare su tutto il territorio nazionale. Il potenziamento dei servizi avviene anche attraverso Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali l’organizzazione di momenti di confronto come quelli odierni che hanno visto la partecipazione di tutti i soggetti istituzionali interessati nonché dei rappresentanti delle Associazioni dei pazienti”.
Report dei monitoraggi ex ante dei tempi di attesa per l’attività libero professionale intramuraria ALPI
Il Rapporto presenta i dati dei monitoraggi svolti in modalità ex ante (al momento della prenotazione) delle prestazioni prenotate in attività libero professionale nell’anno 2020 (gennaio, luglio, ottobre); il monitoraggio previsto per aprile 2020 non è stato effettuato a causa dell’emergenza pandemica. Il suddetto monitoraggio, come indicato dal Piano Nazionale per il Governo delle Liste di Attesa 2019-2021, si svolge secondo le “Linee guida per il monitoraggio nazionale dei tempi di attesa per le prestazioni ambulatoriali erogate in attività libero-professionale intramuraria”, predisposte da AGENAS in collaborazione con il Ministero della Salute, Cittadinanzattiva, Istituto Superiore di Sanità ed esperti delle Regioni e Provincie Autonome. Ogni rilevazione misura l’attività di prenotazione, riferita a 69 prestazioni, di una settimana indice.
La rilevazione delle prenotazioni in ALPI, effettuate nei monitoraggi di gennaio, luglio ed ottobre 2020, ha evidenziato che la maggior parte delle richieste (circa il 78% del totale) riguardano le visite specialistiche; di contro il 22% di prenotazioni riguarda le prestazioni diagnostiche. Le visite più prenotate in intramoenia sono: la visita cardiologica (12.477 prenotazioni a gennaio, 9.695 a luglio e 9.888 ad ottobre),la visita ginecologica (11.030 prenotazioni a gennaio, 8.775 a luglio e 8.897 ad ottobre) e la visita ortopedica (10.461 prenotazioni a gennaio, 7.810 a luglio e 7.090 ad ottobre).
In riferimento ai tempi di attesa, si riscontra che:
• circa il 57,1% delle prenotazioni ha un tempo di attesa inferiore ai 10 giorni;
• circa il 28,4% delle prenotazioni viene fissato tra gli 11 e i 30/60 giorni (30 gg per la visita specialistica, 60 gg per le prestazioni strumentali);
• solo per il 14,5% delle prenotazioni si deve attendere oltre i 30/60 giorni.
La mammografia rappresenta la prestazione con giorni di attesa medi più alti; solo 1/3 ha una prenotazione entro 10 giorni. L’osservazione delle medie dei tempi di attesa delle prestazioni prenotate nelle settimane indice (ottobre 2019, gennaio 2020, luglio 2020, ottobre 2020), per alcune prestazioni più critiche, mostra come, dopo un peggioramento riscontrato a luglio 2020 a causa dell’emergenza Covid, ci sia stato un netto miglioramento nella settimana indice di ottobre 2020 (con valori medi più bassi rispetto ad ottobre 2019). Solo nel caso delle mammografie i valori registrati sono più alti nel confronto ottobre 2019 vs ottobre 2020. Il 91% delle prestazioni viene erogato esclusivamente all’interno degli spazi aziendali, l’8% esternamente all’azienda ma secondo le tipologie previste (studi privati collegati in rete o presso altre strutture pubbliche previa convenzione). Solo un residuale 1% di attività viene svolta ancora presso studi non ancora collegati in rete. Dall’analisi dei volumi relativi alle prestazioni ambulatoriali, monitorate nel PNGLA, del I e II semestre 2020, emerge che il rapporto tra i volumi di visite specialistiche erogate in ALPI e i volumi di quelle erogate in regime ISTITUZIONALE registra, a livello nazionale, valori compresi tra il 3% (visita fisiatrica e visita oncologica) e il 29% (visita ginecologica), mentre quello tra i volumi di prestazioni diagnostiche ha valori compresi tra l’ 1% (TC, elettrocardiogramma dinamico (holter), Elettromiografia, mammografia monolaterale, RM, spirometria globale) e il 42% (ecografia ginecologica).
L’analisi dettagliata dei volumi di prestazioni a livello aziendale consente di monitorare l’equilibrio del rapporto tra l’attività erogata in ALPI e quella erogata in regime ISTITUZIONALE. Tale rapporto non deve superare il 100%. In 13 regioni su 21 si rilevano situazioni in cui il suddetto rapporto è superiore a 100% soprattutto nell’ambito della visita e dell’ecografia ginecologica.
Relazione sullo stato di attuazione delle modalità organizzative dell’attività intramuraria
Al fine di agevolare la comprensione del grado di maturazione e di sviluppo dei diversi sistemi regionali, sono analizzati i risultati complessivi riferiti dalle Regioni e Province autonome su 12 indicatori selezionati (3 regionali e 9 aziendali). Gli indicatori regionali selezionati riflettono le diverse competenze proprie del governo regionale in materia di libera professione intramuraria, riconducibili essenzialmente agli ambiti della pianificazione, del coordinamento, della valutazione e del controllo. Gli indicatori aziendali sono quelli relativi al: pagamento delle prestazioni direttamente all’Azienda tramite mezzi di pagamento che ne garantiscono la tracciabilità, determinazione degli importi da corrispondere d’intesa con i dirigenti, applicazione della trattenuta del 5% del compenso corrisposto al professionista per interventi di prevenzione o per Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali l’abbattimento dei tempi di attesa, definizione dei volumi in attività libero professionale, allineamento dei tempi di attesa. Distinguendo tra i due livelli di indagine (regionale e aziendale), è possibile osservare che sono 14 le Regioni che ottengono l’adempienza su tutti e tre gli indicatori regionali (Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Toscana, Umbria, Veneto), mentre per gli indicatori aziendali solo le Marche hanno raggiunto la completa adempienza.