Ritardi o cancellazioni di interventi chirurgici per tumore dovuti ad un affollamento fino all’intasamento delle terapie intensive; Diminuzione dell’afflusso ai Pronto Soccorso e alle unità di terapie intensive cardiologiche di pazienti con infarto del miocardio in fase acuta e riduzione degli interventi di impianto percutaneo di valvole aortiche, di riparazione della valvola mitrale e di angioplastiche coronariche e ciò ha portato, secondo i dati presentati dalla Società Italiana di Cardiologia, ad un raddoppiamento della mortalità per questa patologia; Circa il 20-30 % dei trattamenti oncologici sono stati perlomeno ritardati, se non cancellati; Arresto o forte rallentamento degli screening oncologici per la prevenzione di importanti tumori; Quasi azzeramento dei controlli dei pazienti in follow up per patologie oncologiche, oncoematologiche o cardiologiche.
Sono questi gli allarmanti indicatori che la Federazione Foce (Confederazione Oncologi, Cardiologi, Ematologi) ha puntualmente documentato in una lettera inviata al Presidente del Consiglio Mario Draghi.
Nel documento vengono quindi anche elencate le priorità di intervento per il prossimo futuro tra cui, nel breve periodo: Una campagna rivolta ai cittadini di sensibilizzazione per il ritorno il prima possibile alla normalità, lanciando messaggi chiari, tranquillizzanti ma forti sulla necessità di riprendere le cure, non abbandonare i piani terapeutici, tornando in sicurezza negli ospedali, riprendendo esami e visite, sottolineando l’importanza favorendo l’aderenza alle terapie; Una campagna rivolta alle Istituzioni nazionali, ma soprattutto regionali, perché si riprendano gli screening, si pianificano azioni destinate a recuperare il pregresso che sta diventando importante adottando un impegno straordinario focalizzato sulle patologie croniche, per recuperare i mesi perduti. Nel medio periodo: Stabilendo e iniziando a mettere in atto con i decisori nazionali e regionali strategie che possano colmare le terribili lacune strutturali in termini di investimenti in strutture, maggiori posti letto di degenza ordinaria e di terapie intensive, maggiore personale medico (e non), deciso potenziamento quindi di tutto il Sistema Ospedaliero messo così a dura prova dalla pandemia perché precedentemente molto indebolito; Rifondazione, completa ristrutturazione della medicina territoriale. Tutto ciò naturalmente in forte collaborazione tra la componente tecnico-clinico-scientifica ed i Ministeri della Salute, delle Regioni, dello Sviluppo Economico, della Pubblica Istruzione, della Famiglia, le Regioni, i pazienti (e le loro associazioni), le società scientifiche.