“Un intervento epocale, che intende riparare i danni economici e sociali della crisi pandemica, contribuire a risolvere le debolezze strutturali dell’economia italiana, e accompagnare il Paese su un percorso di transizione ecologica e ambientale”. Così il Governo ha definito il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza appena licenziato e che, nella sua stesura definitiva, vede stanziati per la sanità 15,6 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza, 2,9 miliardi dal Fondo complementare e 1,7 miliardi di fondi React-EU per un totale di 20,22 miliardi. La missione: rafforzare la prevenzione e i servizi sanitari sul territorio, modernizzare e digitalizzare il sistema sanitario e garantire equità di accesso alle cure.
La sesta missione, “Salute”, investe nell’assistenza di prossimità diffusa sul territorio e attiva 1.288 Case di comunità e 381 Ospedali di comunità. Si potenzia l’assistenza domiciliare per raggiungere il 10 per cento della popolazione con più di 65 anni, la telemedicina e l’assistenza remota, con l’attivazione di 602 Centrali Operative Territoriali.
Il Governo investe nell’aggiornamento del parco tecnologico per diagnosi e cura, con l’acquisto di 3.133 nuove grandi attrezzature, e nelle infrastrutture ospedaliere, ad esempio con interventi di adeguamento antisismico.
Il Piano rafforza inoltre l’infrastruttura tecnologica per la raccolta, l’elaborazione e l’analisi dei dati, inclusa la diffusione del Fascicolo Sanitario Elettronico.