Dal Cilento arriva il modello sperimentale per portare i servizi sanitari socio sanitari nelle aree più disagiate: le botteghe delle Comunità della Asl di Salerno. Sono 29 le Amministrazioni locali coinvolte dall’ASL Salerno nel framework assistenziale sperimentale chiamato Botteghe di Comunità, con lo scopo di potenziare i servizi di assistenza territoriale nei Comuni ricompresi nell’area interna del Cilento, con l’intento di offrire alla popolazione cilentana percorsi multidisciplinari e integrati, basati sulla collaborazione di differenti figure specialistiche che, integrandosi, possano offrire alla persona un percorso di salute duraturo e ben collaudato. Sono circa 35mila le persone interessate a questa nuova sperimentazione di servizi sul territorio.
A presentarlo il vice presidente vicario di Federsanità Gennaro Sosto e Dg della Asl di Salerno nell’ambito dell’evento di presentazione dell’Intergruppo parlamentare “la nuova sanità territoriale, le emergenze e le aree interne” che si è svolto al Senato presso la Sala Zuccari.
Come funzionano le Botteghe?
Il modello prevede la realizzazione di uno spazio, messo a disposizione da ognuno dei 29 Comuni, che funzionerà da “spoke” multispecialistico della Casa della Comunità, dell’Ospedale di Comunità e dei Distretti n. 69 e n. 70. Alla tecnologia è poi deputato il ruolo di elemento favorente per la condivisione delle informazioni tra professionisti, della stratificazione della popolazione, in maniera tale da avere in comune il pregresso e la storia clinica del paziente, per un corretto orientamento all’interno del percorso di assistenza e cura, a favore anche di una migliore aderenza alle terapie e un maggior coinvolgimento attivo della persona nel suo percorso di cura.
“Le Botteghe di Comunità sono una soluzione all’emergenza socio sanitaria nelle aree interne. Con le Botteghe della Comunità del Cilento interno – ha detto il Vicepresidente vicario di Federsanità nazionale, il DG dell’Asl Salerno Gennaro Sosto – mettiamo in atto la collaborazione di differenti figure specialistiche che, integrandosi, offrono alla persona un percorso di salute duraturo e ben collaudato. Un sistema sociosanitario pubblico – ha detto – in cui gli operatori sanitari e sociosanitari, volontariato e Istituzioni locali rappresentano il collegamento fra i residenti e i Servizi, mettendo a sistema le energie del territorio e le diverse fonti di finanziamento”.
Una proposta che parte dai Sindaci del territorio e dalla ASL per combattere lo spopolamento, aumentare il grado di equità del sistema sociosanitario e contrastare le fragilità sociali. La ASL ha inoltre da poco siglato una convenzione direttamente con l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari regionali – AGENAS per il monitoraggio degli esiti della sperimentazione.