Chi può prendersi la responsabilità di una sanità sostenibile in termini economici, ambientali e terapeutici? E’ una delle domande centrali emerse durante la giornata inaugurale del 28 Congresso della Società Europea di Farmacia Ospedaliera – EAHP, in corso a Bordeaux (20-22 marzo, Congress Centre Palais Atlantique).
Oltre tremila farmacisti ospedalieri provenienti da tutta Europa (ma anche da Usa e India, Corea e Canada, Australia e Brasile) – con una nutrita presenza SIFO in rappresentanza italiana – si sono interrogati sul ruolo della loro professione in termini di “capacità di contribuire a trovare soluzioni nuove a problemi nuovi”, come affermato da Andras Shule, presidente EAHP, “tenendo conto che anche la nuova Legislazione europea ci porta ad interpretare un ruolo da protagonisti nel disegno di un eco-sistema del farmaco a livello continentale. Un sistema in cui i concetti di innovazione sostenibile e pulita ci portano al ripensamento delle fasi di logistica, produzione, gestione e smaltimento”.
Ed ecco dunque, un nuovo approccio al sistema delle cure: una nuova sanità deve essere cosciente della sua responsabilità nei confronti all’uso delle risorse, della necessità di avere un basso impatto ambientale (“non si può immaginare un’organizzazione che da un lato cerca di guarire le persone e dall’altro contribuisce a creare un ambiente da cui emergono sempre nuove patologie”) e dell’urgenza di integrare sostenibilità, fiscalità, ambiente e innovazione in un unico framework. Il tutto nella logica dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che definisce “sistema sanitario sostenibile” quello “che migliora, mantiene o ripristina la salute, minimizzando l’impatto negativo sull’ambiente e sfruttando le opportunità per ripristinarlo e migliorarlo a beneficio della salute e del benessere della generazione attuale e futura” (Environmentally sustainable health systems: a strategic document, 7.02.2017, WHO).
E dunque una delle proposte emerse da EAHP è anche che nelle valutazioni delle terapie, che portano gli stati, le regioni e gli ospedali a valutare e scegliere questo o quel farmaco, questo o quel medical devices, questa o quella grande apparecchiatura, ci siano anche “categorie ambientali” e di impatto sociale: possibilità di smaltimento a basso impatto, riduzione delle emissioni ospedaliere nella logica del controllo del carbon footprint (che si riferisce al controllo di quelle attività che portano ad emissioni di CO2), gestione “pulita” della logistica e dell’approvvigionamento. Tutti temi nuovi in ambito sanitario, ma centrali rispetto ad un approccio di ecosistema.
“Gli argomenti chiave del Congresso EAHP 2024 sono ampiamente condivisi da SIFO, che infatti è presente con un’ampia delegazione qui a Bordeaux”, ha dichiarato Maria Ernestina Faggiano, tesoriere SIFO e capo delegazione italiana insieme al presidente Arturo Cavaliere, “Sostenibilità, sensibilità green, impatto sociale delle terapie, accesso all’innovazione sono tutti temi fondamentali per la nostra società scientifica e non a caso una nostra esponente di punta, Piera Polidori, è componente del Board dell’Associazione europea che mette a punto annualmente i temi nevralgici su cui lavorare. In questo senso desidero sottolineare che nel 2024 si ricordano i dieci anni degli Statements europei della farmacia ospedaliera, che per SIFO sono stati base di riferimento per la revisione dei programmi nazionali delle Scuole di Specializzazione. Tutto questo fa comprendere non solo la sintonia tra SIFO ed EAHP, ma conferma la nostra intenzione di importare sempre nel nostro Paese i temi condivisi con i colleghi europei. Pertanto anche nel nostro Congresso 2024, che terremo a Napoli in ottobre, daremo attenzione alle tematiche della sanità green, che rappresentano sicuramente una nuova responsabilità da assumerci come farmacisti ospedalieri”.