La “Carta di Teramo”, che racchiude i dieci requisiti basilari per la progettazione dei nuovi ospedali rappresenta la sintesi estrema dei lavori del convegno nazionale “Ospedale del futuro: flessibile, tecnologico, sostenibile: I modelli organizzativi” che si è svolto a Teramo. Gli esperti di calibro nazionale che si sono confrontati sul tema di estrema attualità hanno individuato un decalogo contenete i seguenti punti cardine: appropriatezza, sostenibilità, sistema, innovazione, clinical governance, integrazione, flessibilità, centralità del paziente, ecosostenibilità, sicurezza.
Una carta che costituirà la base dei futuri dibattiti a livello nazionale sul tema. Ad aprire i lavori il direttore generale della Asl Maurizio Di Giosia “L’obiettivo di questo convegno è, grazie ai qualificati interventi di alcuni fra i maggiori protagonisti del mondo della programmazione sanitaria nazionale, fornire a tutti noi gli spunti per una riflessione profonda, consapevole e informata sulla nuova visione dei modelli assistenziali e dunque su quello che saranno gli ospedali di un futuro ormai prossimo. Parlare di contenitore e contenuto, in maniera semplicistica, può essere riduttivo e direi fuorviante. Entrambi questi termini sono infatti il punto di sintesi di tutta una serie di fattori, che questo convegno si propone di approfondire”. “Noi in Abruzzo dobbiamo costruire diversi ospedali. Questo incontro porta ad identificare le linee guida su cui muoversi per la loro realizzazione” ha aggiunto Pierluigi Cosenza, direttore dell’Agenzia sanitaria regionale, che ha portato i saluti insieme a Silvia Scelsi, presidente nazionale Asiquas all’assessore regionale Nicoletta Verì e al presidente della regione Marco Marsilio. L’assessore Verì si è soffermata sul significato di diversi requisiti del nuovo ospedale fra cui l’aggettivo flessibile (“abbiamo predisposto un modello organizzativo flessibile durante il Covid rimodulando la nostra organizzazione a seconda dell’evoluzione della pandemia”) e tecnologico (“prima avevamo le pet sui camper oggi sono tutte nelle strutture. Abbiamo investito in tecnologie 50 milioni di euro”). Il presidente Marsilio, che ha inviato un video messaggio, fra i vari obiettivi ha individuato la realizzazione di luoghi sanitari flessibili, tecnologici e sostenibili in grado di aiutare medici e paramedici a lavorare meglio per il bene del paziente.
I lavori, moderati dalla giornalista di Quotidiano Sanità Ester Maragò, sono proseguiti con la presentazione dell’ ebook “Ospedale flessibile: quale organizzazione e quali modelli per il futuro” realizzato da Asiquas (Associazione italiana per la qualità dell’assistenza sanitaria e sociale) e pubblicato come “Quaderno 45” da Quotidiano sanità.
Il segretario nazionale Giorgio Banchieri ha osservato che “conciliare qualità e complessità oggi implica abbandonare la vecchia concezione delle organizzazioni sanitarie come strutture gerarchiche lineari: i sistemi sanitari sono sempre più entità complesse governate da leggi di interazione e auto-organizzazione, spesso soggette a fenomeni emergenti, come lo è stato la minaccia pandemica”. Altri temi toccati dall’ebook sono il rapporto fra ospedali e reti cliniche approfondite da Maurizio Dal Maso, direttore sanitario dell’istituto Fanfani di Firenze con particolare riferimento anche ai desk direzionali e al coinvolgimento del middle management nei processi di cambiamento organizzativo e gestionale. La progettazione di ospedali e fragili, sostenibili e centrati su pazienti e operatori, tema illustrato da Virginia Serrani direttore tecnico DSP -Darvo Serrani project, Firenze con particolare attenzione ai tempi di obsolescenza delle varie parti di un ospedale e alla necessità di un approccio di risparmio energetico e di basso impatto ambientale e di tecnologie green.
Gli strumenti di governance aziendali approfonditi da Antonio Giulio de Belvis docente università Cattolica del Sacro Cuore con riferimento ai processi di valorizzazione delle prestazioni.
Nella successiva tavola rotonda “L’ospedale che cambia, L’ospedale 4.0” Luigi Bertinato (ufficio europeo Oms) ha illustrato i criteri su cui si muove la realizzazione di nuovi ospedali a livello internazionale con particolare attenzione all’umanizzazione e alla sostenibilità ambientale. Il vicepresidente della Fiaso Antonio D’Amore, direttore del Cardarelli Napoli, in collegamento online ha osservato che “il futuro è già qui, in Italia dovremmo iniziare a pensare a una programmazione congiunta, a un piano di investimenti per nuovi ospedali green, umanizzati e con una tecnologia che libera il tempo al personale sanitario che così può dedicarsi maggiormente alla comunicazione con il paziente”. Americo Cicchetti, direttore generale della Programmazione sanitaria del ministero della Salute, ha fatto il punto sulla sottoscrizione degli accordi di programma per la realizzazione di nuove strutture: “dei 24 miliardi le risorse residue sono 2,5 miliardi, per cui bisogna iniziare ad affrontare il nodo di rifinanziamento di programma”. Maria Pia Randazzo, dirigente statistico Agenas, ha approfondito l’argomento della mobilità passiva che in Abruzzo è scesa dai 56,5 milioni del 2019 ai 51,3 del 2022. “L’indice di soddisfazione della domanda interna in Abruzzo è 0,93: una domanda non pienamente soddisfatta all’interno della Regione ma la nuova rete ospedaliera, approvata dopo anni, potrebbe contribuire a colmare questo gap”.
“La giornata ha confermato la ricchezza generata dai gruppi di lavoro che si impegnano nella evoluzione dei servizi e nelle pratiche dell’integrazione tra sanità, il sociale e le comunità locali” ha sottolineato Francesco Enrichens (Agenas).
Camillo Odio, responsabile Accordi di programma con il ministero del Dipartimento sanità Regione Abruzzo, ha dichiarato: “l’idea di realizzare tre o quattro nuovi ospedali in combinazione con l’approvazione della rete ospedaliera è di per se un risultato. E fra questi l’ospedale di Teramo si farà. La Asl è pronta, il ministero della salute ha ricevuto tutta la documentazione necessaria e per la localizzazione è a lavoro un comitato composto da tecnici individuato da comune di Teramo, Regione e Asl che sta valutando le due aree candidabili”. Le conclusioni dei lavori sono state affidate a Domenico Mantoan direttore generale Agenas: “il ministero dovrebbe fare un piano di programmazione per il rinnovo degli ospedali. I nuovi presidi devono tener conto di percorsi distinti, di spazi per far fronte alle epidemie che in alcuni periodi possono essere anche chiusi e di alcuni posti letto di terapia intensiva che anche questi vanno chiusi “in tempi di pace”. La carenza di personale inoltre non è un motivo valido per non realizzare nuove strutture. Questo paese si concentri ad incentivare la formazione di infermieri o li recluti altrove. Mentre nel giro di qualche anno rincominceremo ad avere una pletore di medici”.