Aggiornamenti continui, risposte semplici e immediate, notizie certe. Chi c’era al desk, sulle strade, in giro per gli ospedali quando tutto il Paese era in lockdown? Chi sono gli impalpabili protagonisti che quotidianamente garantiscono al cittadino vicinanza, trasparenza, correttezza dell’informazione e, quindi, veicolano la fiducia nelle Istituzioni? Giornalisti, comunicatori, social media manager, content editor: è questa la schiera di professionisti del Servizio sanitario nazionale, pubblico, ma non solo, che affianca Direzioni strategiche e colleghi nella risposta ai bisogni di salute delle comunità.
Chi si occupa di comunicazione mette in comune saperi, valori, professionalità. Questo è l’ecosistema che Federsanità, in collaborazione con PA Social, con l’accreditamento dell’Ordine dei Giornalisti e dell’Associazione Comunicazione Pubblica, ha chiamato a raccolta per il secondo anno consecutivo a Roma per gli Stati Generali della Comunicazione per la Salute.
Obiettivo di questa seconda edizione è la costituzione di un Tavolo tecnico per affiancare le istituzioni nazionali nella definizione di un piano operativo di comunicazione, finalizzato ad accompagnare il cambiamento delineato dalle Missioni 5 e 6 del Pnrr. Ma perché è così importante? Perché scegliere di fare comunicazione per la salute significa scegliere la cultura della salute. Insieme. Come ha dimostrato anche l’emergenza pandemica.
Una ‘tecne’ che appartiene a tutti coloro che lavorano nella cura come confermano gli autorevoli partner degli Stati Generali per la Salute: Iss, Agenas, Anci, Fnomceo, Fnopi, Tsrm, Fofi, Cnoas, Formez, oltre tutte le principali istituzioni nazionali (ministero della Salute, ministero del Lavoro e politiche sociali, Conferenza delle Regioni, Regione Lazio, Aran) che hanno concesso il patrocinio all’evento e agli autorevoli relatori (accademici, tecnici ed esperti) che si succederanno nel corso della due giorni di lavori.
”Le Istituzioni possono anche scegliere il silenzio- ha affermato la presidente nazionale Federsanità e direttore generale Ao San Giovanni Addolorata, Tiziana Frittelli– ma i cittadini cercano le loro verità, si costruiscono le loro opinioni. Lo dice Aristotele: “Natura abhorret a vacuo”. E le Aziende sanitarie, così come tutte le pubbliche amministrazioni, hanno la responsabilità di riempire in modo corretto questo vuoto per promuovere nei cittadini idee e, quindi, comportamenti a garanzia della propria salute e di quella degli altri. Il contrario è la diffidenza. Si tratta di una scelta etica”.
”Un mestiere delicato quello dei professionisti della comunicazione per la salute- ha proseguito Frittelli- che richiede competenza, rigore e passione per l’umano. Perché la comunicazione passa dall’ascolto e dal rispetto dell’altro: della sua fragilità, delle sue paure, del suo contesto socio culturale, del suo livello di scolarizzazione e quindi di comprensione. Tutte variabili che chi si occupa di comunicazione deve conoscere e considerare per costruire messaggi e campagne efficaci. Per contribuire, a suo modo, alla sostenibilità dell’intero sistema dei servizi di assistenza e cura della persona”.
”L’informazione è, infatti, anche un determinante di salute. Si ammala di più- ha precisato- chi meno accede alle cure: una persona ben informata ha un approccio proattivo ai servizi e positivo al personale sanitario. Tema importante anche nel contrasto alle aggressioni. Favorisce l’equità d’accesso alle cure: uno dei principali tarli del nostro tempo”.
”Ed è grazie all’informazione e alla comunicazione persuasiva, prima di tutto tra i giovani, realizzata con i loro linguaggi- ha ricordato la presidente nazionale Federsanità- che favoriremo nei nostri cittadini di domani la sensibilità alla prevenzione, l’importanza dell’aderenza alle terapie, agli screening e ai follow up. Ed è confermato dai fatti che le migliori performance, l’efficacia e l’efficienza sono proprio nelle realtà dove maggiore è il trasferimento di informazioni e buone pratiche e migliore è il clima organizzativo”.
”Solo se impareremo, insieme, l’importanza della comunicazione per la salute- ha concluso Frittelli- potremmo contribuire alla salvaguardia del nostro Servizio sanitario nazionale, uno dei beni più preziosi del nostro Paese. Se sapremo comunicarlo, in ogni occasione, sarà più facile in ogni sede riuscire a difenderlo ed ad essere protagonisti del suo cambiamento innovativo!”.