Si è aperto a Lisbona il 27° congresso della Società Europea dei farmacisti ospedalieri-EAHP, che quest’anno mette a tema Dalla progettazione del farmaco al successo del trattamento. Cosa conta davvero per i pazienti? (From drug design to treatment success. What really matters to patients?). Oltre quattromila professionisti di farmacia ospedaliera provenienti da tutta Europa si confrontano su questo titolo impegnativo, che conduce ad affrontare il tema del “successo terapeutico” dal punto di vista del paziente.
“Tutti i sistemi e tutti i professionisti devono iniziare a cambiare il proprio paradigma”, ha detto nel suo messaggio inaugurale il presidente di EAHP, Andras Sule (direttore della farmacia del Péterfy Hospital di Budapest), che ha ricordato che “il successo terapeutico non è definito esclusivamente da parametri medici, ma si sviluppa anche attraverso le percezioni e l’impegno del paziente a svolgere un ruolo attivo nel proprio percorso verso la guarigione”. Ma una nuova concezione del coinvolgimento del paziente e dell’ascolto dei suoi bisogni e delle sue aspettative è solo uno dei grandi temi dell’EAHP 2023, visto che insieme a questo approfondimento sono ben presenti nelle sessioni plenarie e parallele, altri due argomenti rilevanti: il ruolo delle tecnologie nello sviluppo della sanità, e la necessità di una riflessione sulle tematiche di sostenibilità ambientale delle attività ospedaliere. A Lisbona è presente anche una nutrita rappresentanza SIFO di farmacisti ospedalieri italiani, guidata dal vice-presidente Alessandro D’Arpino che ha così commentato i tre macro temi messi al centro dell’evento europeo: “Il paziente al centro del sistema di cure è ormai un argomento diventato cruciale nell’assistenza sanitaria e farmaceutica. Oggi il trattamento del paziente e della sua patologia sono multidisciplinari e multidimensionali, e quindi non possiamo prescindere dal coinvolgimento della persona malata nel percorso terapeutico, perché questo migliora la qualità di cura. Ma da Lisbona emerge un elemento innovativo: il coinvolgimento della persona nel percorso terapeutico, con la chiarezza sulla sua aspettativa, è elemento decisivo per il successo del trattamento, perché l’aderenza è chiave discriminante del percorso di cura. Su questo si impone una nuova assunzione di responsabilità da parte del farmacista ospedaliero: siamo noi che possiamo farci carico di ricordare a tutto il team terapeutico della necessità di un coinvolgimento della persona in cura. Possiamo essere i facilitatori di un nuovo ascolto del paziente, indispensabile e preziosissimo per tutto il sistema delle cure, sia ospedaliere che territoriali”.
Sul secondo tema, quello dell’innovazione tecnologica (ben cinque le sessioni del congresso EAHP dedicate all’e-hospital pharmacy) “è chiaro – precisa il vicepresidente SIFO – che allo stato attuale non possiamo fare a meno di sottolineare che le tecnologie non solo ottimizzano i processi e assicurano una gestione puntuale di tanti passaggi del percorso del farmaco, ma generano sicurezza di pazienti e operatori, permettono di registrare dati di efficacia del trattamento, ed aiutano nell’utilizzo del giusto farmaco al giusto paziente nel giusto momento. Ciò significa che l’innovazione tecnologica oggi chiede solo di essere perfettamente integrata all’interno di tutto il sistema organizzativo del SSN per offrire il proprio contributo in tutta la sua vastità. Quindi: usciamo dalla fase della tecnologia utile, ma occasionale, per entrare in quella del sistema tecnologico continuo e integrato”.
Per terminare, il tema della sostenibilità ambientale, a cui EAHP è quest’anno particolarmente attenta con interventi, dibattiti e sessioni dedicate alla “green pharmacy”, argomento obbligato in un’epoca di crescente attenzione alla gestione di scarti, scorte e loro impatto sui determinanti di salute. Rifiuti tossici, gas, scarti di sala operatoria, dispositivi inutilizzati o a fine delle loro performance, rifiuti chirurgici e halipac, materiali non sempre biodegradabili: che fine fa questo universo di materiali? Che consapevolezza c’è della necessità di un ripensamento di settore? Da Lisbona il messaggio è chiaro: non attendiamo ulteriormente, è il momento giusto per un’assunzione di responsabilità da parte dei farmacisti europei di tutta Europa. Alessandro D’Arpino conferma che “Il farmacista ospedaliero è presente in tutto il ciclo di vita del farmaco, dalla produzione alla logistica, dall’approvvigionamento all’utilizzo bedside: è ora che questa nostra presenza si faccia carico anche delle problematiche legate allo smaltimento dei prodotti di nostra competenza. Ciò significa comprendere come smaltire farmaci e dispositivi sia nelle sale operatorie che negli altri ambienti di cura. L’argomento è molto sentito a livello europeo, visto che il nostro Continente è in una posizione di traino per tutto il Pianeta. Anche SIFO intende sviluppare con attenzione questo argomento, per contribuire ad una battaglia che è professionale, sanitaria ed anche socio-culturale e che si tradurrà nell’impegno a far diventare molto più green anche gli ospedali italiani, ovviamente senza far venir meno la qualità delle cure”.