Incontro proficuo ma per certi versi molto severo quello avvenuto il 7 marzo scorso tra le Regioni, guidate dall’Assessore dell’Emila Romagna Raffaele Donini e i Ministri Orazio Schillaci (Salute) e Giancarlo Giorgetti ( MEF).
Le Regioni hanno presentato ai ministri un documento con cui, numeri alla mano, nero su bianco, sintetizzano tutte l criticità per un sottofinanziamento del servizio sanitario che appare difficilmente colmabile nel breve periodo. E se il Governo esprime assenso per l’istituzione di un Tavolo di confronto, contestuale è la constatazione dei rappresentanti dell’esecutivo sui pochi margini possibili per il reperimento di nuove risorse.
“Con la sottoscrizione del Patto per la Salute 2014-2016″ scrivono le Regioni £intervenuto dopo gli anni difficilissimi della crisi economico-finanziaria internazionale che investì i debiti sovrani, Governo e Regioni e Province autonome condivisero un importante e significativo percorso di crescita del livello di finanziamento del SSN.
Purtroppo, però, le diverse manovre di finanza pubblica (si veda: Ministero dell’Economia e delle Finanze, Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato, Il Monitoraggio della Spesa Sanitaria 2018, pag. 31), approvate a partire dal 2015, hanno inciso in maniera rilevante sul livello di finanziamento che si è potuto garantire in concreto al SSN, al punto che per il 2019 sono mancati all’appello più di 10 mld di euro, rispetto ai 125,34 mld programmati.
Con 125,34 mld di euro, il livello di finanziamento del SSN per il 2019, in termini di incidenza percentuale rispetto al PIL, anziché il 6,4% registrato ex post, avrebbe finalmente raggiunto la soglia (importante anche dal punto di vista psicologico) del 7%.
Certo, rispetto ai nostri principali partner europei, sarebbe stato ancora troppo poco: per il medesimo anno, la Germania ha destinato il 9,9% del PIL al finanziamento della spesa sanitaria pubblica; la Francia il 9,3%; il Regno Unito l’8% (dati OCSE).
Con il 6,4% del PIL, nel 2019 la spesa pubblica pro-capite nel nostro Paese è stata pari a 1.921 euro, a fronte di 4.108 euro in Germania, di 3.355 euro in Francia e di 3.017 nel Regno Unito.
Inutile rimarcare che, se volessimo raggiungere i livelli del Regno Unito, occorrerebbero per il nostro SSN circa 20 mld di euro in più l’anno; mentre per arrivare ai livelli di Germania e Francia ce ne vorrebbero addirittura più o meno 40.
Differenze importanti, che devono far riflettere e che devono indurre ad interrogarci, anche e soprattutto in prospettiva, se il nostro sistema sanitario può ancora definirsi orgogliosamente universalistico ed uniforme”.