Lo scoppio della pandemia, i primi segnali della crisi, la ridefinizione delle priorità organizzative e gestionali. E poi ancora le implicazioni manageriali dettate dall’esperienza messa in campo, la plasticità delle Aziende sanitarie e le opportunità nate dalla crisi. Il racconto della pandemia dal punto di vista dei Direttori generali di Asl e ospedali pubblici è stato al centro del convegno Dal Covid al Pnrr. Il management delle Aziende sanitarie dalla gestione della crisi alla progettazione della sanità del futuro, che si è svolto al Policlinico Tor Vergata a Roma e al quale hanno partecipato esponenti del management della sanità e delle istituzioni, che hanno riflettuto sulle modalità attraverso cui le Aziende sanitarie hanno gestito un’emergenza così anomala per dimensioni e durata come quella determinata dalla pandemia ancora in corso.
L’evento è stato organizzato da Fiaso Lazio in occasione della pubblicazione del volume Guidare le aziende sanitarie nella crisi: il ruolo dei direttori generali, di Mario Del Vecchio e Anna Romiti. Il volume nasce da una iniziativa di Fiaso e rende conto della ricerca avviata nell’estate del 2020 nel Lazio, poi estesa a tutto il Paese, basata sulla raccolta delle esperienze vissute dai Direttori generali durante le prime fasi della pandemia.
Ad aprire l’incontro è stato Giuseppe Quintavalle, coordinatore Fiaso Lazio e Dg del Policlinico Tor Vergata, che ha raccontato come “il volume al centro della presentazione di questa mattina è frutto, innanzitutto, del desiderio di raccontare e analizzare ciò che stava accadendo dal nostro punto di vista, che non vedevamo rappresentato dal mainstream mediatico. Il materiale raccolto è di estrema ricchezza: contiene informazioni sui processi organizzativi messi a punto in contesti diversi ed evidenzia, al tempo stesso, i momenti di impegno più intenso e più coinvolgente dal punto di vista emotivo: dalla prima evoluzione della pandemia, a quella che credevamo allora fosse la ‘stabilizzazione’ dell’emergenza, fino ad arrivare allo sguardo sul futuro, a partire dagli insegnamenti che abbiamo tratto dalla nostra esperienza”.
“Lo studio presentato oggi ci restituisce, grazie alle testimonianze dei Direttori generali delle Aziende sanitarie del Lazio, una lettura analitica del primo anno e mezzo di emergenza pandemica, una stagione nella quale i manager si sono ritrovati a confrontarsi con un contesto completamente nuovo e hanno dovuto ridefinire rapidamente organizzazione interna e priorità da affrontare, senza alcuna possibilità di fare appello ad esperienze analoghe già vissute in precedenza – ha proseguito Giovanni Migliore, Presidente di Fiaso -. Voglio ringraziare gli autori ma soprattutto tutti coloro i quali si sono esposti in prima linea, attraverso un racconto ricco e appassionato dell’esperienza vissuta: trasformare in ordinario ciò che fino a poco tempo prima era straordinario, imparare ad essere ancora più flessibili, superare i ruoli precostituiti sono solo alcune delle lezioni apprese, per guardare al futuro con una consapevolezza nuova, per contribuire a dotare il nostro Ssn di quegli strumenti necessari per rispondere sempre di più e meglio ai bisogni dei cittadini”.
In un video-messaggio proiettato durante il corso dell’evento, Alessio D’Amato, assessore Sanità e Integrazione Socio-sanitaria della Regione Lazio, ha proseguito individuando i tre fattori che sono stati fondamentali nella gestione della pandemia: “il fattore tempo, la capacità di fare squadra e l’autorevolezza della governance clinica e scientifica. Usciamo da questa esperienza rafforzati, con elementi di arricchimento che ci consentiranno di affrontare al meglio le prossime sfide che ci si porranno davanti. Grazie per aver realizzato questo volume, facciamo tutti tesoro di queste testimonianze, della capacità di fare squadra per affrontare, insieme, un momento di grave crisi emergenziale”.
A concludere l’incontro è stato Domenico Mantoan, Direttore generale di Agenas: “Dall’emergenza Covid abbiamo imparato che oggi occorre fare un investimento culturale e organizzativo sul territorio. Con la pandemia abbiamo appreso l’importanza dell’interdisciplinarietà, con il coinvolgimento di una serie di professionisti – come ingegneri gestionali e clinici – che hanno arricchito la capacità organizzativa delle Aziende. Abbiamo imparato che occorre investire sul territorio, con le case e gli ospedali di comunità, e ciò sarà possibile grazie ai fondi del Pnrr. Oggi il management della sanità è chiamato a fare un investimento di programmazione straordinario, per costruire un modello organizzativo nuovo, che tenga conto della creazione e dell’organizzazione di nuovi servizi, anche nel post-pandemia”.