Forum Risk Management: il Pnrr non fa paura al management

Il Pnrr non fa paura ai Direttori generali di Ao e Asl italiane, che si dicono pronti a fare squadra, ma anche ad evidenziare opportunità e criticità nella messa a terra di quanto indicato dal Pnrr.
Nel corso dell’assemblea congiunta Federsanità e Fiaso dalla quale è scaturita la proposta della creazione di un Laboratorio interforze, hanno presentato le loro riflessioni sulle sfide per il raggiungimento degli obiettivi Pnrr.

“Dobbiamo dare vita un sistema basato sulla capacità di fare squadra e aprire tavoli di discussione. Non per creare manuali ma un modello sul quale poterci confrontare rendendolo riproducibile” ha affermato Angelo Aliquò Dg Asp Ragusa che ha detto a chiare lettere: “Il Pnrr non mi fa paura”.

Sulla stessa linea Maria Capalbo manager degli Ospedali Riuniti Marche Nord: “Dopo aver fronteggiato l’emergenza pandemica posso dire che il Pnrr non ci spaventa. Sono convinta che il cambiamento non può che portare ad una crescita e a nuove opportunità. L’integrazione socio sanitaria è la nostra grande sfida”.

Per Marina Cerimele Direttore generale Ifo, il Pnrr è una grande opportunità per garantire assistenza di prossimità alle persone malate: “I nostri pazienti che hanno una particolare fragilità chiedono cure appropriate e personalizzate, soprattutto hanno bisogno di un’assistenza di prossimità che stiamo fornendo. Centrali operativi, telemedicina e teleassistenza saranno in questa ottica strategiche per garantire un’oncologia di prossimità. Siamo quindi pronti a cogliere ogni opportunità”.

Ma il nodo sono le risorse umane. “Grazie alla pandemia son stati abbattuti molti vincoli, soprattutto per il personale. Ora ci stiamo occupando delle ‘scatole’ individuate con il Pnrr, ma è indispensabile definire in maniera stabile delle procedure di reclutamento del personale: pensare ad una politica delle assunzioni può essere un valore aggiunto al Pnrr” ha sottolineato Giulio Santonocito Dg Asl Roma 5.

“Umanizzazione” è  la parola d’ordine per Vincenzo La Regina Commissario Straordinario Asp Cosenza: “Dobbiamo saper trovare l’equilibrio tra la freddezza della digitalizzazione e l’empatia dei rapporti ed essere orgogliosi del lavoro che stiamo portando avanti”.

Se l’importanza del lavoro di squadra è stata sottolineata con forza da tutti i manager, Massimo De Fino Dg Usl Umbria 2 ha ricordato quanto possa essere strategica la collaborazione interregionale tra Aziende: “Sulla base dell’esperienza vissuta durante la pandemia abbiamo capito quanto sia importante la collaborazione interregionale: il supporto e il confronto con la direzioni strategica dell’Azienda di Viterbo è stato essenziale. Una best practice da esportare”.

Per Antonio Giordano Dg dell’Aou “Luigi Vanvitelli” di Napoli Il Pnrr è sicuramente una grande occasione di riforma del Territorio: “La missione 6 è una risposta alle gravi carenze registrate sul durante la pandemia”. Ma bisogna prestare attenzione “ai piani territoriali che non tengono conto della geografia delle Regioni, a definire numeri e mettere paletti rigidi” ha ammonito, perché non è detto che possano essere rispondenti alle esigenze peculiari di ogni realtà territoriale “le zone ad alta densità di popolazione hanno esigenze diverse da quelle a bassa densità”.

Un’attenzione alle differenze territoriali evidenziata anche da Oreste Florenzano Dg ASReM Azienda Sanitaria Regionale Molise: “Tutti siamo stati resilienti, ma l’Italia non è tutta uguale. Quindi quando si immagina come intervenire bisogna stare attenti non solo alle diversità territoriali ma anche alle differenze delle politiche regionali: il Molise è una regione commissariata con paletti che non consentono spazi di manovra. Paghiamo quindi i limiti imposti sul fronte dell’acquisizione di risorse umane”.

Chiara Serpieri Dg Asl Vco è convinta che se le diversità sono un valore, presentano anche criticità di cui tenere conto: “Spesso i territori si fanno concorrenza soprattutto sul fronte delle risorse professionali che vengono contese. Il Pnrr non ci spaventa, ma quello che deve spaventarci è la mancanza delle risorse professionali”.

“Analizzare per progettare” questa l’indicazione che arriva da Eva Colombo Dg della Asl Vercelli  che ha richiamato la necessità di dare risposte alle differenti esigenze di ogni piccola realtà territoriale. “Conoscere cosa c’è sul territorio è fondamentale, ecco perché è strategico avere una mappatura di quanto accade sul territorio. Dalle Università alle Associazioni è essenziale avere un confronto costante”.

 

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